Ci sono periodi della vita durante i quali siamo costretti a far fronte allo stress che deriva da situazioni esterne oggettivamente faticose o da situazioni che risultano faticose per il nostro specifico modo di essere, assolutamente individuale.
Può capitare, quindi, che pur mettendo in atto le nostre migliori risorse e strategie per far fronte a queste difficoltà, non sempre da soli riusciamo a risolverle e ad affrontarle.
E’ qui che può giocare un ruolo fondamentale la coppia.
La relazione di coppia, caratterizzata dalla qualità del legame tra due persone, oltre a rappresentare una fonte di piacere che rinvigorisce la mente, rappresenta anche un appiglio importante per fronteggiare le situazioni quotidiane legate allo stress.
La funzione principale che i partner svolgono è di reciproco sostegno sia nelle piccole difficoltà quotidiane che nelle situazioni difficili e improvvise.
Molte ricerche (Rohrbaugh 2008) hanno mostrato che i partner non solo partecipano attivamente allo stress dell’altro influenzandone l’evoluzione, ma anche che l’evento
stressante attiva delle risorse comuni, finalizzate a gestire insieme lo stress psichico ed emotivo che ne deriva.
Molte coppie, facendo leva sul legame esistente solido e duraturo, attivano quello che Bodenmann (1997) ha chiamato il coping diadico.
Il coping diadico è una strategia di riduzione dello stress che consiste in una sequenza circolare in cui un partner attraverso una comunicazione verbale e non verbale comunica uno stress che viene percepito, decodificato e valutato dall’altro partner il quale risponde mettendo in atto anche le proprie strategie di contenimento del livello di stress.
Questo è possibile, accogliendosi, ascoltandosi, esprimendo un reciproco sostegno, trovando insieme il modo di affrontare il problema con l’obiettivo di risolverlo.
In sé è quindi una strategia positiva e una risorsa importante per le coppie nei momenti di stress, ma a volte può rivelarsi anche di natura negativa perché la risposta del partner non sempre è funzionale al problema.
A grandi linee una risposta negativa del partner al bisogno di supporto espresso dal suo compagno può essere:
- ambivalente: quando il partner ritiene che quello percepito non sia un problema, minimizzando la reazione emotiva dell’altro. In questo caso, si offre aiuto comunicando all’altro che quel supporto non sarebbe stato realmente necessario. L’immagine del partner subisce una mortificazione rispetto alla propria capacità e competenza nella risoluzione del problema;
- superficiale: quando il supporto è meccanico e poco genuino. In questo caso anche le reazioni affettive legate alla risposta data al partner sembrano insincere;
- ostile: quando la reazione allo stress comunicato è quella di svalutare apertamente la reazione emotiva o prendendone concretamente le distanze.
Ruolo del terapeuta sarà di fronte ad una situazione di stress, cercare di attivare inizialmente una risposta individuale da parte del paziente, che utilizzerà le proprie personali strategie per farvi fronte, e nel caso queste non fossero sufficienti potrebbe ricorrere al coping di coppia che potrà, come abbiamo visto, tradursi in risposte diverse rispetto all’evento stressante che colpisce uno o entrambi i partner.
In questa prospettiva, comprendendo che in coppia è una risorsa vincente imparare ad affrontare insieme le situazioni, emerge quanto sia importante riuscire ad essere disponibili nell’accogliere l’altro nel momento in cui si determina una situazione di stress.
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